argomento: Giurisprudenza - Corte di cassazione
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di Marco Rossetti
La corte di cassazione "boccia" la tabella milanese per il risarcimento del danno non patrimoniale da uccisione di un prossimo congiunto, e "promuove", invece, quella adottata dal tribunale di Roma.
La corte, dopo aver ricordato che finalità principale di una tabella deve essere quella di garantire la parità di trattamento e la prevedibilità delle decisioni giudiziarie, ha ritenuto che il criterio milanese per la liquidazione del danno morale da morte non soddisfaceva tali requisiti, a causa dell'amplissimo margine di discrezionalità che lasciava all'organo giudicante, nonché a causa dell'ampia "forbice" prevista fra il risarcimento minimo e quello massimo per ciascuna categoria di danneggiati.
È stato preferito invece dalla corte di cassazione il metodo adottato dal tribunale di Roma - anche se la corte lascia intendere che non la "tabella" del tribunale capitolino, ma il "criterio" adottato da quel tribunale supera il vaglio del giudizio di legittimità: con la conseguenza che d'ora innanzi la liquidazione potrà avvenire anche in base alle tabelle diverse da quelle adottate dal tribunale di Roma, a condizione che siano costruite con un criterio analogo.