Assicurazioni - Rivista di diritto, economia e finanza delle assicurazioni privateISSN 0004-511X
G. Giappichelli Editore

19/05/2021 - La confessione del conducente non vincola l'assicuratore RCA

argomento: Giurisprudenza - Corte di cassazione

Articoli Correlati: assicurazione r.c.a. - processo civile - confessione

di Marco Rossetti

La S.C. ribadisce che il modello di constatazione amichevole di incidente (c.d. "CAI"), sottoscritto dal conducente che non sia proprietario del veicolo, anche se contenga una confessione è inopponibile all'assicuratore della RCA, e vincola il solo confitente. E' legittima, di conseguenza, la sentenza che condanni il conducente al risarcimento del danno nei confronti del terzo danneggiato, ma rigetti la domanda di questi nei confronti dell'assicuratore. 

Si tratta, come detto, d'un principio già affermato, ma che purtroppo  continua ad essere tralatiziamente ripetuto dagli anni '70, senza tenere conto della giurisprudenza e della evoluzione normativa successiva. 

Quanto all'evoluzione normativa, non è affatto vero quanto si legge nella sentenza, e cioè che il modulo CAI sottoscritto dal conducente non vincoli l'assicuratore: stabilisce infatti l'art. 143, comma secondo, cod. ass., che "quando il modulo sia firmato congiuntamente da entrambi i conducenti coinvolti nel sinistro si presume (...) che il sinistro si sia verificato nelle circostanze, con le modalità e con le conseguenze risultanti dal modulo stesso"

Quanto all'evoluzione giurisprudenziale, la stessa Corte di legittimità già da tempo aveva messo in evidenza come il conducente, pur non essendo litisconsorte necessario nel giudizio promosso dal terzo danneggiato contro l'assicuratore del responsabile, riveste comunque la qualità di "assicurato" ai sensi dell'art. 1891 c.c. (ex multis, Cass. civ., sez. III, 02-12-2014, n. 25421, in Assicurazioni, 2015, 115).

Pertanto dire che la confessione del conducente non vincola l'assicuratore perché il primo non è litisocnsorte necessario nel giudizio promosso contro il secondo significa usare un argomento non pertinente, dal momento che il problema (sostanziale) dell'efficacia vincolante della confessione dell'assicurato, ex art. 143 cod. ass., è problema totalmente diverso dal problema (processuale) di stabilire chi sia il litisconsorte necessario. Si può rendere una valida confessione senza essere litisconsorti, e si può esere litisconsorti senza che le confessioni rese siano opponibili agli altri debitori.